fbpx
Menu

Azulejos – Mostra personale di Monograff

13 aprile – 7 maggio 2024

Dal 13 aprile al 7 maggio 2024 Galleria d’arte La Fonderia presenta Azulejos, mostra personale di Tommaso Mannucci in arte Monograff.

In esposizione l’ultima produzione dell’artista fiorentino, caratterizzata da una pittura bicromatica dominata da blu e bianco, ispirata alla bidimensionalità della cianotipia e alle tipiche decorazioni iberiche Azulejos, piastrelle in ceramica con superficie smaltata e decorata che arricchiscono costruzioni pubbliche e private.
Il richiamo a questo tipo di decorazione cara all’artista lo si ritrova nella prima parte dell’esposizione, con una serie di piccole opere quadrate, su cui si articola un percorso che affronta i vari strati del terreno e le varie fasi naturali, dalla texture della pietra alla vegetazione che affiora da esse.
Si delinea così un filo conduttore di lettura che prosegue e si focalizza sulla concretezza e mutevolezza della materia. Vicende politiche e personali, contrasti e conflitti interiori hanno portato l’artista a pensarsi attraverso texture e forme marmoree forate, lacerate, oscurate in cui tuttavia non viene mutata la natura intrinseca della materia stessa. Una sorta di autoritratto ambientale, come la natura e l’uomo modellano il marmo, gli accadimenti sociali e culturali modellano Monograff: il materiale rappresentato, roccia e pietra, sono la volontà di raffigurare un individuo o qualsiasi forma di vita che si deve adattare spesso alle circostanze, alle situazioni, con compromessi e mutamenti nella forma senza intaccarne l’essenza.

Le riflessioni di Monograff si concentrano anche sull’estrazione nelle cave, riconducibili ai titoli delle opere stesse: 5% è la percentuale del marmo asportato utilizzato per scopi artistici, mentre il 17% per opere architettoniche. Il marmo è una risorsa che non si rinnova e le montagne vengono scavate costantemente, devastando il patrimonio culturale e ambientale. Viene così da rivolgere lo sguardo a quelle aree residuali che dopo essere state sfruttate riman­gono abbandonate e a quelle che ancora sopravvivono all’antropizza­zione. Un paesaggio interstiziale che Gilles Clément chiama Terzo Paesaggio, nel senso di ciò che non è né luce, né ombra: è l’insieme di questi spazi inde­cisi, trascurati dal dominio dello sfruttamento dei suoli a costitui­re il solo rifugio per la biodiversità, in cui la vegetazione si riprende gli spazi senza essere vincolata, guidata e tematizzata dall’uomo.

A completare il percorso espositivo trova posto una scultura che materializza la ricerca di Monograff, rendendo tangibili le forme solamente raffigurate attraverso la pittura e delocalizzando la materia dalla tela allo spazio reale.